Camilla Aro, “Buonanotte vecchio mio“
Sono nata a Milano, ma le mie origini sono alquanto distanti da questa coinvolgente città. Come cantava una canzone: “Nel continente nero, paraponzi ponzi po…” eh, già, L’Africa. Mio papà, originario della Nigeria, prese “armi e fagotto”, e andò a terminare gli studi di architettura a Milano. Mia mamma “milanesa” pura, studiava linguistico, specializzata in turismo e lì, a Milano, si sono conosciuti. Ho sempre avuto una passione maniacale per il disegno, fin da quando ero bambina. All’asilo “pasticciavo” qualunque cosa: non amavo molto giocare con gli altri bambini, ero timidissima. Mi bastava aver accanto mia sorella e qualcosa con cui disegnare. Ho frequentato l’istituto tecnico commerciale Schiaparell-Gramsci di Milano, ampliando le mie conoscenze linguistiche: inglese, francese e tedesco. Una volta diplomata, ho frequentato una scuola di Illustrazione ottenendo un master. Ho abbracciato nuove tecniche artistiche che prima non conoscevo: l’acquarello, gli acrilici, la china, come mascherare un foglio. Ho pubblicato la mia prima copertina nel 2012, per il racconto “L’ultima neve alla masseria” di Rosario Pipolo, un giornalista freelance, che si è fidato ciecamente del mio talento. L’emozione è stata forte. Lo so, è solo la prima, ma per me è stato come andare sulla luna. Citando un amato cartoon: “Un piccolo passo per moi, per moi!”.
Sogno nel cassetto?
Veder pubblicato qualcosa di mio pugno, e ritrovarmelo, magari sui scaffali della Feltrinelli nella sezione “Narrativa per ragazzi” tra un libro sui draghi e un racconto sulle principesse.
Vedere un bambino che vi si avvicina, curioso, ne tasta la copertina, sfoglia le immagini, chiama a voce alta la mamma, indicandoglielo