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La bananottera e il faro


15-riccioli
C’era una volta… un faro.
Sì, un faro. Non era molto alto. E la sua vernice era così scrostata che cadeva a pezzetti bianchi e blu ad ogni sbuffo di vento e ad ogni schizzo di mare. E non aveva neanche una lampada potente. Qualcuno lo chiamava “il fiammifero”, tanto la sua luce era debole. I custodi del faro cambiavano sempre, perché non amavano vivere e lavorare in un faro piccolo, brutto e così poco importante.
Uno dopo l’altro, i custodi del faro lo abbandonarono tutti. E qualcuno decise che non valeva la pena mantenere un faro quasi inutile, così lo lasciarono da solo, in cima a uno scoglio di fronte al mare.
Buio. Lucina. Buio. Lucina. Buio. Lucina.
Solo mare, la luna e qualche stellina.
– Ehi, c’è nessuno?
Il faro teneva sempre accesa la sua lampada, ogni notte.
– Devo restare sveglio – , pensava. – Qualcuno può avere bisogno della mia luce.
Buio. Lucina. Buio. Lucina. Buio. Lucina.
Ma quando viene mattina?
Il mare è grande, pensate un po’ l’oceano!
Il nostro piccolo faro si sentiva tanto triste e solo, come certe isole che neanche i marinai ci arrivano. Anche le navi non ci vogliono andare. E stanno in mezzo alle tempeste e sotto il sole.
– Poverine. E non hanno nemmeno una luce. Almeno io ho la compagnia della mia lampada – , si consolava il faro.
Lontano lontano da lui, c’era qualcuno che si sentiva solo e triste come il faro. Qualcuno che non aveva nessuno con cui parlare o giocare, qualcuno che non nuotava con nessuno. Che mangiava e dormiva senza la compagnia degli amici.
Chi era?
Una bananottera. Sì, avete capito bene.
Come? Non sapete cos’è una bananottera?
Devo proprio spiegarvi tutto…
Allora. Sapete fare le addizioni, no?
BANANA
+
BALENOTTERA
=
BANANOTTERA
Non capite ancora, vero?
Non si sapeva da dove fosse venuta, ma da qualche tempo nell’oceano nuotava una balenottera tutta gialla. Gialla. Ma ve l’immaginate?
Un sottomarino può essere giallo, una nave può essere gialla, ma una balenottera?
– Banana, banana! – così la chiamavano tutti. E così era diventata la BANANOTTERA.
Nessuno voleva stare con lei, tutti i pesci e gli animali marini la prendevano in giro, così la balenottera gialla come una banana aveva lasciato la sua famiglia e la baia dov’era nata.
– Così mi lasceranno in pace – , pensò.
Un giorno, un brutto giorno, si avvicinò alla costa.
Dopo tanto nuotare era stanchissima e poi era curiosa di dare un’occhiata alle spiagge, alle baie, alle insenature, alle città che si affacciavano sull’oceano.
Ma i pescherecci, gli yacht, le navi da crociera e da trasporto la videro.
Una balenottera gialla… incredibile!
Ci fu una marea di segnali Morse, di messaggi sms, di video e foto scattate con macchine digitali e smartphone.
La bananottera si sentì abbagliata dai flash, aggredita da tutti quegli umani che la puntavano a dito. Bambini grassi e curiosi le gettavano addosso pezzetti di panino e gomme da masticare – Vediamo se la balena gialla mangia e resta a galla! –, pescatori e marinai si sa portano solo guai, i turisti, un giornalista… bananottera scappa, pista!
Nuotò nuotò nuotò verso riva, non verso il largo. Era sempre più stanca e confusa. Il suo sbuffo era uno schizzetto triste e dagli occhietti cominciarono a venire fuori due rivoletti di acqua salata. Riescono a piangere le bananottere? Gli umani quelle le chiamerebbero lacrime.
Il faro la vide da lontano.
Una balenottera gialla? Mai aveva visto una cosa simile, il faro: barche che si rovesciavano sì, migranti che nuotavano fino a riva sì, delfini e squali… ma mai una balenottera color banana!
Cosa stava facendo? Continuando così si sarebbe schiantata!
Raccolse tutte le sue energie… doveva salvarla, caspita, era un faro e il suo dovere era salvare tutti i natanti in difficoltà, anche se sono balenottere e gialle per giunta!
Non gl’importava che lo chiamassero fiammifero, buono solo per arrugginire e cadere a pezzi dalla scogliera. Voleva aiutare quella povera balenottera in difficoltà.
Il faro ce la mise tutta e dalla sua lampada venne fuori una luce potentissima.
– Dai balenottera, ce la puoi fare! Guarda la luce e stai attenta!
La bananottera vide la luce. Da dove veniva?
Oh, da quello scoglio… e su cosa c’è? Una specie di medusa… che fa luce come le meduse fosforescenti ma l’hanno fatta gli umani.
È una trappola?
Ma no, quella luce vuole che lei non vada a sbattere sugli scogli, che non s’incagli sul fondale. Che torni a nuotare al largo, libera.
Decise di farsi guidare.
– Grazie di avermi salvata. Mi chiamano bananottera anche se sono una balenottera gialla. Tu invece chi sei?
– Mi chiamano fiammifero, ma sono un faro.
– Che ne dici di cambiare nome?
– D’accordo. Cambialo anche tu.
La bananottera da quel giorno aiutò il faro a salvare i marinai perduti, spingendo con il muso le barche in difficoltà. Il faro aiutò la bananottera a difendersi dai curiosi e dai cattivi, abbagliandoli con la sua luce e lasciando al buio le baleniere.
Ah, ecco il loro nome nuovo: amico e amica.
E non furono più soli e tristi.
Lucia Riccioli

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