La scomparsa di un grande artista commuove il mondo dell’illustrazione

Dolce e surreale. Solo così può essere il nostro “Ciao, Gianni”

Non è facile, per me, appropriarmi di questo spazio e ancora meno facile diventa farlo per il motivo per cui lo sto facendo. Il mio ruolo, all’interno di Illustramente, è quello di occuparmi della comunicazione, è vero, ma in questi cinque meravigliosi anni non ho (quasi) mai apposto la mia firma in calce a uno di questi articoli, qui sul sito. Oggi lo faccio perché oltre a quello di “responsabile della comunicazione”, che suona bene come incarico, in un contesto come quello di Illustramente, dove talvolta bisogna farsi perlomeno in due, ho ricoperto un altro, graditissimo ruolo: quello dello… chauffeur.

Sono diventato abilissimo a fare la spola tra le varie sedi della manifestazione e l’aeroporto, o dall’albergo alla sede dei vari corsi, o dal ristorante al B&B dove alloggiano gli ospiti. E il ruolo, ripeto, mi è sempre stato graditissimo, in quanto mi ha concesso di conoscere (spesso prima ancora di Rosanna e degli altri dello staff di Illustramente) persone che, fino al momento in cui vengono fuori dal cancello degli arrivi, conoscevo e ammiravo soltanto via Web, o attraverso le loro pubblicazioni.

Io, per primo, ho potuto ammirare il nuovo taglio di capelli di Daniela, ho scarrozzato in giro per Palermo il piccolo Ruggero che mamma Eva porta sempre con sè, ho patito per il bagaglio smarrito di Livio e riso a crepapelle per l’inadeguato abbigliamento invernale di Riccardo che, in pieno novembre, non poteva sospettare i 30 e passa gradi di Palermo. E tante, tante altre situazioni che mi hanno fatto conoscere artisti di fama planetaria e, soprattutto, persone straordinarie. Delle quali, beninteso, so quasi tutto già prima di conoscerle, vista la mia occupazione… principale per Illustramente ma che – puntualmente – mi stupiscono per quel qualcosa in più che solo la conoscenza diretta e personale può consentire.

Esattamente quello che è accaduto con Gianni.

Il primo “tassello” della mia storia è rappresentato da Antonello Silverini che, nel maggio del 2015, durante un suo corso a Palermo, ci parlò del suo grande amico Gianni De Conno. Da lì a poco avremmo organizzato la quarta edizione di Illustramente e provammo immediatamente a contattarlo. Vuoi per la sua innata disponibilità, vuoi per cotanta presentazione, accettò di far parte dell’impressionante “cartellone” di quella epica manifestazione.

Gianni è stato a Palermo, con noi, con Illustramente, intendo, due volte. Nel novembre 2015, sono andato a prenderlo in aeroporto e ci sono voluti una quarantina di chilometri e non più di mezz’ora per far sì che mi conquistasse completamente e definitivamente. Saranno stati i suoi trascorsi tra markers Pantone, colla Cow e trasferibili Letraset, vissuti in agenzie che io ho sempre soltanto sognato, sarà stata la sua persona, amabile come poche, fatto sta che mi ha conquistato.

Nel corso dello stesso anno, anzi, nel corso della stessa manifestazione, ci raggiunse Sonia Maria Luce Possentini, altra perla di questa collana. Di quell’edizione di Illustramente conservo mille e pù ricordi dolcissimi. Uno dei più fulgidi, per me amante delle tecnologie, è una giornata organizzata dalla Wacom, con Gianni che, in estemporanea, realizza un’illustrazione sul tema di quell’anno, “La magìa dell’amore”.

Chi conosce Sonia, Antonello e Gianni può comprendermi se parlo di perle. Solo chi ha avuto la sventura di capitare in mezzo a tutti e tre insieme, però, può capire quanto banale diventi l’universo all’indomani di un così esplosivo mix di creatività, genialità, spessore culturale e (quando ci vuole, ci vuole) cazzeggio.

Rosanna e io ce la siamo cercata e in mezzo ai tre, insieme, ci siamo finiti: ci siamo visti a Bologna tutti e cinque (anzi sei: c’era anche Ilaria) e, forse per via di un’atmosfera un po’ troppo… conviviale è venuta fuori l’idea di un corso “a sei mani”. Una follìa che solo Sonia, Antonello, Gianni e Rosanna potevano concepire. E realizzare.

Così, nel maggio dell’anno successivo, nel 2016, Gianni è tornato a Palermo, stavolta con Sonia e Antonello, per un’esperienza formativa che chi ha avuto la fortuna di frequentare da discente crediamo non dimenticherà mai. Così come io mai dimenticherò quei momenti e mai dimenticherò Gianni.

Oggi ho visto Rosanna piangere disperatamente davanti al computer e quando mi ha fatto leggere il post di Antonello che scrive che Gianni se n’è andato, la tranvata l’ho presa giusto dove fa più male: nel cuore. In quello stesso cuore che Gianni aveva disegnato gigantesco a librarsi sopra un uomo piccolo piccolo. Dolce e surreale. Come surreale può essere prendere coscienza che Gianni non c’è più e dolce il saluto che gli rivolgiamo.

Io non so se sono amico di Gianni, voglio dire, non so se posso considerarmi tale. L’amicizia, tuttavia, non necessita di documenti ufficiali; talvolta non necessita nemmeno di frequentazioni assidue o di assidui contatti.

Per questo, oggi, io mi approprio di questo spazio e metto la mia firma in calce.
Lo faccio perché oggi ho perso un amico.

Vincenzo Corona

Ciao Gianni, grazie…